La fascite plantare è una patologia infiammatoria a carico della guaina (aponeurosi fasciale) che ricopre i muscoli della pianta del piede - essa si manifesta come dolore a carico del tallone (si parla di tallonite o tallodinia), ovvero quella porzione del piede su cui si aggancia la fascia stessa.
L'infiammazione interessa nello specifico il legamento arcuato, ovvero quella porzione fasciale fibrosa che collega la zona plantare dal tallone alla base delle dita del piede. Questo legamento svolge un ruolo importante nel trasferire il peso al piede durante la deambulazione e la corsa.
Una causa predisponente e persistente della fascite plantare è la conformazione del piede che, come la corda dell'arco, provoca un'eccessiva tensione della fascia sottostante la superficie concava del piede - questa tensione risulta maggiore in quei soggetti in cui ritroviamo una maggiorata pronazione del piede o da una condizione di falso piattismo (tutte condizioni nelle quali vengono meno i normali archi fisiologici del piede) (Cutts, S et al.).
La conseguenza diretta di questa infiammazione alla base del tallone è la neo formazione di una struttura ossea - lo sperone calcaneare, il quale si sviluppa in seguito alle sollecitazioni meccaniche esercitate dalla fascia stessa sul tallone.
Altri fattori che determinano questo tipo di condizione sono calzature inadeguate (per esempio le scarpe troppo basse) o lo stress meccanico continuo presente in svariati sport, come il calcio, il basket o il podismo.
Il sintomo principale della fascite plantare è il dolore localizzato a livello del tallone, ma occasionalmente anche nel centro della pianta del piede. La tensione dettata dalla fascia plantare è palpabile come una corda sottocutanea, sporgente e sottesa all’arco plantare, dolente alla pressione. In alcuni soggetti, a livello del calcagno è palpabile una tumefazione segno di una borsite. Solitamente lo sviluppo è graduale: più acuto al mattino, quando ci si alza dal letto, tende a diminuire dopo aver effettuato i primi movimenti, per poi riacutizzarsi dopo essere stati seduti a lungo.
Molte terapie strumentali come ultrasuoni e onde d'urto aiutano a migliorare la sintomatologia - anche attività come stretching, massoterapia o crioterapia (Li, Xian et al.).
In alcuni casi più problematici l'utilizzo di infiammatori permette di ridurre l'infiammo e alleviare il dolore.
In che cosa consiste il trattamento osteopatico?
Oltre a ricercare la causa scatenante la fascite plantare, si può agire anche localmente, "lavorando" l'aponeurosi plantare tramite specifiche tecniche - tra queste l'utilizzo dello IASTM (Jones, Edward R et al.), ovvero un trattamento attuato tramite l'ausilio di specifici manipoli , che in maniera del tutto indolore aiutano a ripristinare la corretta anatomo-fisiologia della fascia plantare.
È indubbio che la ricerca della causa sia l'elemento cardine del trattamento, molto spesso identificato in una scorretta distribuzione del carico corporeo non ben bilanciato all'interno dell'area di appoggio - questa condizione porta spesso il piede a cavizzarsi e a retrarsi, sviluppando nel tempo una condizione dolorosa.
Li, Xian et al. “Comparative effectiveness of extracorporeal shock wave, ultrasound, low-level laser therapy, noninvasive interactive neurostimulation, and pulsed radiofrequency treatment for treating plantar fasciitis: A systematic review and network meta-analysis.” Medicine vol. 97,43 (2018): e12819. doi:10.1097/MD.0000000000012819
Jones, Edward R et al. “Instrument-Assisted Soft-Tissue Mobilization for the Management of Chronic Plantar Heel Pain: A Pilot Study.” Journal of the American Podiatric Medical Association vol. 109,3 (2019): 193-200. doi:10.7547/16-105
Cutts, S et al. “Plantar fasciitis.” Annals of the Royal College of Surgeons of England vol. 94,8 (2012): 539-42. doi:10.1308/003588412X13171221592456