È pensiero comune credere che la calzatura per essere comoda debba essere alta, presentare un tacco morbido ed essere formata da materiali in grado di sostenere ed ammortizzare il nostro carico corporeo.
Tutte mezze verità, poiché vanno contestualizzate nell'ottica di:
che uso faccio della calzatura
quanto tempo passo con la calzatura
presenza o meno di patologie e/o "disturbi" a carico del piede e o dell'arto inferiore
Partiamo dal definire alcuni concetti e basiamo su questi i punti principali che ci permettono di definire quale sia la calzatura più idonea.
Avampiede: la porzione anteriore del piede (metatarsi e falangi)
Retropiede: la porzione posteriore del piede (calcagno e talo)
Mesopiede: la porzione centrale del piede (comprende la restante parte delle ossa del piede non presenti nell'avampiede o nel retro piede - navicolare e cuboide, ossa cuneiformi I,II e III)
Drop: con questo termine indichiamo la differenza in altezza tra avampiede e retropiede (tallone in questo caso)
Supinatore: piede ruotato maggiormente verso l'esterno
Pronatore: piede ruotato maggiormente verso l'interno
Piede Cavo: accentuato arco plantare
Piede Piatto: ridotto/caduta arco plantare
Under/Over: identifica una porzione anteriore o posteriore che meglio specifica lo stato dell'avampiede e del retropiede
Uno degli elementi principali in questa lista e che rappresenta il nostro riferimento principale per la scelta della scarpa è il drop.
Come visto, questo rappresenta la differenza in altezza tra la punta e il tallone.
Esistono 5 tipi di drop differente; abbiamo il drop 0, 4, 8, 10 e 12.
A questi tipi di drop sono associate classi di scarpe differenti e nello specifico:
A0: scarpe minimaliste - drop 0 mm - favoriscono il movimento naturale del piede
A1: scarpe super leggere - adatte ai runner professionisti con tempi inferiori ai 3' 30'' e con peso inferiore ai 65 Kg
A2: drop 0-10 mm - adatte ai runner professionisti - ammortizzano più delle A1 - peso intorno ai 70 Kg
A3: appoggio del piede neutro o supinatori- runner amatoriale - peso intorno agli 80 Kg
A4: appoggio in lieve o moderata pronazione - peso intorno agli 80 Kg
A5: corsa fuori strada - idrorepellenti - adatte al trekking
A6: calzatura non tecnica - adatta a principianti - utile anche per passeggiare
A7: scarpe chiodate - per pista atletica
L'inserimento del termine drop nel mercato inizia negli anni '70 quando comincia a spopolare il running.
Fino ad allora le scarpe da corsa presentavano caratteristiche praticamente simili, risultavano quasi tutte piatte.
Nel tentativo di rendere la corsa una pratica maggiormente diffusa e per ridurre il rischio di infortuni a carico della muscolatura o dei tendini, si cominciò ad introdurre calzature con un tallone maggiormente ammortizzato, il quale di conseguenza sviluppò le prime differenze in altezza tra punta e tallone, introducendo il concetto di drop.
In generale le calzature maggiormente utilizzate avevano un drop 10 o 12 (valore in mm), fino a quando all'inizio del nuovo millennio, comincia a diffondersi l'idea del zero drop, condizione per la quale la differenza tra la punta e il tallone è pari a 0 mm.
Questa condizione veniva ritenuta ed è tutt'oggi oggetto di discussione, il giusto compromesso per una calzatura adatta alla corsa, essendo il piede di per se, strutturato anatomicamente per muoversi (camminare o correre) in condizioni di zero drop, e quindi in assenza di differenza tra tallone e punta.
In linea generale senza entrare troppo nel dettaglio, possiamo dire che , o che scegliate un drop 0, 6, 8 , 10 o 12, l'infortunio e il sovraccarico funzionale, dipendono da molteplici fattori, non riconducibili solo ed esclusivamente alla scarpa, motivo per il quale è impossibile stabilire se un drop sia migliore di un altro - basta considerare tutti gli adattamenti posturali che abbiamo, i quali condizionano il nostro appoggio sul terreno e alterano la posizione del nostro baricentro (senza contare il meccanismo inverso, ovvero quello per cui è il piede a condizionare l'intero asset posturale).
Ad ogni modo un drop maggiore (8, 10 o 12) è maggiormente adatto a tutte quelle persone che risentono maggiormente di dolori o disturbi a livello del piede (caviglia, tendine d'Achille e polpaccio).
Nel caso contrario, per tutti coloro che accusano dolori alle ginocchia tendenzialmente, è maggiormente consigliabile un drop più basso (0, 4).
Ovviamente in un caso o nell'altro, la controparte subirà uno stress maggiore - quindi per chi sceglie un drop maggiore, salvaguarderà il piede in toto ma condizionerà maggiormente le ginocchia, il contrario per chi sceglie un drop più basso.
È difficile quindi stabilire una calzatura adatta, in quanto ad aggiungersi a questa condizione di drop, vanno associate anche quelle situazioni in cui il piede tende al piattismo o al cavismo, oppure quelle condizione in cui il piede prona o supina maggiormente e magari lo fa in maniera diversa tra avampiede e retropiede o tra un piede e l'altro.
Si aggiunge la modalità con il quale si sviluppa la falcata, il peso corporeo, il terreno scelto per la corsa e l'impatto del piede sul terreno.
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